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Rubrica del 23 11 2006

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Parlami d'Amore

di Eleonora Fontana

Ho letto Parlami d'Amore per pura curiosità suscitata da uno stralcio di intervista a Muccino che ho visto una sera in tv. Non conoscevo Silvio Muccino se non come attore, credo fosse quasi la prima volta che lo sentivo parlare e mi è piaciuto. Quello che diceva mi ha fatto rimanere sintonizzata su quel canale fino alla fine dell'intervista. Parlami d'amore è un libro a quattro mani scritto da Silvio Muccino e Carla Evangelista. Una storia d'amore: cinque personaggi più qualche comparsa. Una notte le auto di Sascha e Nicole si scontrano, da qui parte un incedere alternato della voce di Nicole che narra in prima persona la sua vita, i suoi pensieri, a tratti il suo passato, e della voce di Sascha che fa altrettanto. Qualche volta il racconto di Sascha si sovrappone a quello di Nicole e allora sono due punti di vista, due voci, a narrare lo stesso fatto. La storia è banale e Muccino ci ripropone il solito stereotipo che ha ormai interpretato in numerosi film, Sascha è un ragazzo molto giovane, un po' sbandato, figlio di tossicodipendenti, cresciuto da solo, non ha una dimora fissa nè un lavoro, è romantico e idealista, porta i capelli lunghi e disordinatamente al vento e fuma molto.
Nicole è l'opposto di Sascha, perfetta borghese di origini francesi sui quaranta, moglie di un uomo di successo, una vita molto dentro gli schemi, un matrimonio che le dà sicurezza, un lavoro per passare il tempo, niente figli, niente in comune con suo marito Lorenzo. Nicole e Sascha si incontrano proprio quando hanno entrambi bisogno di riscoprirsi, quando qualcosa nella loro vita sta iniziando a non funzionare. Uno sviluppo buono dal punto di vista del ritmo narrativo, ma poco interessante perchè già visto, piuttosto scontato e a tratti banale. Il linguaggio mi è piaciuto ma non sempre, non ho apprezzato alcune descrizioni troppo "trash" fatte da Sascha-Muccino, non ho capito bene la funzione di alcune citazioni piantate in corsivo in mezzo alla narrazione (ma forse dovrei rivederle con più attenzione) e sicuramente traspare il fatto che il libro è scritto da chi è abituato a scrivere sceneggiature e non romanzi.
Nicole-Evangelista non è male nel racconto della sua insoddisfazione, della paura nei confronti della vita e delle sue delusioni. Nicole ha scelto la sicurezza di un matrimonio "perfetto" in luogo di una vita "vera" che avrebbe comportato amare con tutti i suoi rischi, lavorare con tutte le responsabilità che richiede farlo seriamente, fare figli e doversi quindi mettere alla prova ogni giorno.
Ma Nicole è troppo spesso poco credibile, racconta una parte che se dovesse essere recitata verrebbe sicuramente assegnata alla Morante, con i suoi isterismi, le sigarette trangugiate tra le mani tremanti e gli improvvisi scatti d'ira con grida annesse. Per ben 395 pagine Nicole parla del suo non vivere insieme a Lorenzo, racconta le cene tra amici borghesi e ipocriti che ormai non sopporta più, racconta il suo modo di vestire perbene. Sono stereotipi obsoleti e, sinceramente, ormai noiosi. La critica feroce ai borghesi perbene che lavorano molto e amano poco ormai la conosciamo, e beati questi borghesi se stanno bene così, nei loro pullover di cachemire. Anche il personaggio di Sascha fa venire in mente immagini già viste in alcuni film italiani: il ragazzo solo e sbandato ma buono, che cade facilmente in un gioco di droga e poker per debolezza e a causa di una donna bella, ricca e viziata. Per finire, uno sfogo di Nicole sulla malasanità italiana (due paginette contro la mancanza di sensibilità di un oncologo nei confronti di un paziente), che lascia a dir poco perplesso un lettore ormai immerso in tutt'altra atmosfera. E poi una domanda: può funzionare l'amore tra una quarantenne e un ventenne?
In sostanza il libro, in linea con gli autori, è sulle orme dei film di Gabriele Muccino e anche, forse, di Carlo Verdone. E' una storia, scritta spesso bene, che si fa leggere. Muccino fa due citazioni all'inizio del libro per ricordarci che la vita è ciò che ci accade mentre siamo impegnati a programmarla, l'ho sempre pensato anch'io.

In ultima analisi: sono troppe 395 pagine (e il tempo che serve a leggerle) per questa storia dalla quale scaturirà sicuramente presto un film.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 5 commenti

 
 
utente
angioletto185
  • indirizzo IP 87.19.233.176
  • data e ora Lunedì 08 Gennaio 2007 [20:29]
  • commento io ho gia letto questo libro,ho perso la testa x sascha,mi ha stregato,quando nn lo leggo mi manca,complimenti a silvio muccino e carla evangelista.tania
 
 
 
 
 
utente
roby'92
  • indirizzo IP 151.28.94.184
  • data e ora Domenica 14 Gennaio 2007 [11:26]
  • commento mi ha emozionato mi ha fatto piangere mi ha fatto anche ridere..una bellissima storia complimenti..
 
 
 
 
 
utente
puffa
  • indirizzo IP 213.230.155.21
  • data e ora Lunedì 19 Febbraio 2007 [21:18]
  • commento a me il libro è piaciuto molto è un libro che fa sognare,emozionare,ridere...l'unica parola che riesce a descriverlo è STUPENDO!!!
 
 
 
 
 
utente
Mazy
  • indirizzo IP 83.187.209.234
  • data e ora Martedì 01 Maggio 2007 [15:47]
  • commento Muccino è un grande,altro che quello sgrammaticato di Scamarcio.Libro Intenso,bel modo di scrivere per entrambi
 
 
 
 
 
utente
^pukkina^
  • indirizzo IP 82.60.136.152
  • data e ora Martedì 08 Maggio 2007 [20:00]
  • commento ho provato a leggere questo libro ma sono ferma da un mese al secondo capitolo!!! lo trovo troppo noioso... non riesco ad andare avantiiii... e cmq scamarcio è un grande!!! =)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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