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Editoriale

Una femminuccia

di la Redazione

La differenza tra il cinema e la vita è dentro le persone, immanente alle persone. Non vi sono in fondo che pochi indimenticabili momenti in ogni storia, dritti come chiodi e come chiodi brillanti e sicuri, fermi.
Una foto in cui lui già la reclamava; quella volta che dovette bere chissà quanto per riuscire a ballare con lei, a baciarla sulla guancia; la scala per il cielo dei gatti; la cioccolata portata lì al lavoro; quella volta della foto nella scollatura; la prima cena a casa dell'amico zolfo; le mosse di lotta con cui lei lo atterrava.
Delimitano e descrivono, questi istanti, e paiono dunque bastare al tutto, essere essi stessi il racconto, ma è un inganno. Sono chiodi, e come chiodi fissano, quel che conta, in verità, sta loro tutt'attorno. A guardare da lontano si colgono solo i piccoli bagliori metallici, fondamentali inezie di un tutto molto più grande.

La differenza tra il cinema e la vita sta in tutti gli altri sensi, immanente agli altri sensi. E' nel sole che ti fa socchiudere gli occhi, nel sole che non ti aspetti in Brianza ad ottobre, nel sole che fa una giornata di primavera in mezzo agli acquazzoni, nel sole che ti ha aspettato dall'altra parte di una tempesta di fulmini rossastri, soltanto per scaldarti la pelle. 
La differenza è nel profumo dell'erba e in quello del Braulio, peraltro poco distinguibili. E' nel sapore della mousse di cioccolato e pere, peccato capitale ineludibile. E' nei rumori dell'avvento; avverti un bisbigliare di parenti che monta a ronzio, caracolla sorridente a ciarla, poi d'un tratto s'impenna a brusio prima di precipitare in ciancia all'approssimarsi della sua venuta.
Lei entra in scena dentro una macchina di smeraldo e quando scende zittisce il mondo. Anche lo stupore che prorompe dalla bellezza sublime necessita di presenza e non si può narrare.


La differenza tra il cinema e la vita è dentro le lacrime di gioia, ed è dunque, probabilmente, per l'appunto la gioia sopraffattrice. Nel vedere che tutto è ormai guarito, tutte le ferite, tutti gli strappi, tutti gli ematomi. Tutto si è aggiustato, come mille e mille volte detto, ridetto, predetto, quasi fosse una frangetta, smezzata quanto vuoi. La gioia per la gioia di chi conosci ed hai conosciuto, in tutti questi anni, non un personaggio ma una persona, e la differenza c'è.
Nessuno dovrà più con rabbia gridarle di lasciare specchio e forbici ed uscire, di andare alla festa dove c'è già papà.
Alla fine li hai stesi tutti, tigre, visto?
Ma guardati là, come balli, come ridi, guarda come risplendi. Una supernova di gioia pura.

La differenza tra il cinema e la vita è nei titoli di coda: qua non ci sono mai.
Ogni nuovo giorno può vederti felice così, con tuo marito, con le tue rose verdi in mano, come nel giorno del tuo matrimonio.

Felice vita, capo.


 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 5 commenti

 
 
utente
Il Marito
  • indirizzo IP 81.208.74.187
  • data e ora Domenica 08 Ottobre 2006 [11:25]
  • commento Ecco, me l'avete fatta piangere per la settecentocinquantasettesima volta... (Grazie di cuore! E' bellissima! Come la sposa!)
 
 
 
 
 
utente
alice
  • indirizzo IP 87.10.185.11
  • data e ora Domenica 08 Ottobre 2006 [17:04]
  • commento Anche io sono commossa. Felicitazioni...
 
 
 
 
 
utente
il padre
  • indirizzo IP 81.208.74.187
  • data e ora Domenica 08 Ottobre 2006 [23:30]
  • commento L'editoriale descrive una giornata PERFETTA!. Anche per mè è stata un giorno da mettere in bacheca. Orgoglioso di accompagnare tanta bellezza. da un compagno altrettanto bello.ciao e buon viaggio. et.
 
 
 
 
 
utente
la mamma
  • indirizzo IP 81.208.74.187
  • data e ora Domenica 08 Ottobre 2006 [23:54]
  • commento anch'io ho pianto per la 757esima volta perchè ha colto la complicata sposa nella sua complessità.
 
 
 
 
 
utente
genitori del marito
  • indirizzo IP 80.116.65.199
  • data e ora Martedì 10 Ottobre 2006 [23:54]
  • commento siamo commossi: è davvero una bella storia e voi la "raccontate" bene. Siamo felici di farne parte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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