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Editoriale

Lo Spirit del Natale

di Sara Troilo

My Country screams

A partire dal 25 di dicembre nella sale di tutto il mondo verrà proiettato The Spirit ovvero l'adattamento su schermo, ad opera di un altro fumettaro che si chiama Frank Miller, della serie a fumetti firmata da Will Eisner. La storia è quella di un poliziotto che ha la missione di salvare la propria città dai cattivi e che si imbatte in donne bellissime che vogliono fargli la pelle e porterselo a letto o portarselo a letto e basta e nei succitati cattivi che vogliono fargli la pelle e basta. Il problema è che The Spirit non muore il che rende il compito dei cattivi molto arduo. A guardare i trailer si capisce che Frank Miller ha fatto proprio lo stile utilizzato da Rodriguez per portare sullo schermo la sua opera a fumetti Sin City con tutto il bianco (poco) e nero, le linee di contorno marcate, i personaggi assolutamente sopra le righe, le donne incarnazione dei sogni erotici maschili che ne conseguono. Niente di nuovo, tutto già visto, questa la promessa dei trailer, anche se l'ennesima scollatura di Scarlett porterà al cinema le folle e magari l'opera nel suo complesso sarà migliore di quella tristezza di Sin City.


Il fatto è un altro: durante le vacanze di Natale le sale si riempiono di gente che va al cinema solo durante le feste comandate e si ritrova a scegliere il film durante le interminabili code che si formano alle casse. Sono persone che escono di casa con la certezza che entreranno in sala, ma senza sapere esattamente cosa vedranno. Quest'anno il 26 dicembre si troveranno a poter scegliere tra un paio di film strappalacrime (Il bambino con il piagiama a righe, Come un uragano), qualche film per ragazzi (Bolt, Madagascar 2, Ember) e quelli che carinamente la carta stampata ha ribattezzato i cinepanettoni (senza aggiungere ripieni di guttalax visto l'effetto: noblesse oblige). Accanto alle solite proposte ci sono un paio di film d'autore (Come Dio comanda e The Millionaire) e poi questo The Spirit che si allinea alla netta propensione per le tette che pervade il mondo, ma che al di là questo ingrediente non ha nulla a che vedere con i nostrani film per Natale. Quello che mi chiedo io a questo punto è: ma davvero a chi è uscito di casa con l'istinto bieco di vedere una vanzinata e si ritrova davanti The Spirit va bene ugualmente? Il famoso target è quindi il medesimo? Il lancio del film va in effetti in un'unica direzione, quella del "lustratevi gli occhi e guardate anche quanti proiettiloni", tanto che la domanda pare essere retorica, anzi inutilmente retorica. Ma ogni volta questa pratica per cui in ogni caso si va al cinema e poi la sorte decide che film si vede mi fa molta impressione: da un certo punto di vista è molto zen, da un altro è molto stupido far decidere chi è arrivato prima di te in coda che film vedrai tu.


Ma tant'è, questo è lo spirito natalizio, quello di chi fa finta che vada tutto bene e indossa quello stesso sorriso tirato e falso dei nostri governanti che non hanno problemi di tredicesima supertassata, lo sprito di quelli che proiettano e pensano di essere tutti calciatori e veline e vanno a scialacquare i quattro soldi che hanno. Quelli di cui abbiamo parlato, proprio loro che escono di casa pensando di andare a vedere Natale a Rio e si ritrovano a vedere The Spirit e magari si accorgono che non è realistico che uno si prenda uno stock di pallottole e nella scena dopo mostri i pettorali tutto contento e commentano "che americanata" non ricordandosi che loro, gli americani, hanno votato Obama che a sua volta ha scelto un premio Nobel nella propria squadra e noi abbiamo un vecchio, basso e di inesistente moralità che si circonda di processati e di tremonti. E magari quelli in coda al cinema l'hanno pure votato il vecchio basso di inesistente moralità e si meritano di vivere in un paese che produce solo cinepattoni e anche lo Spirit di Natale è troppo per loro.


Insomma, se a Natale c'è bisogno di evasione dalla realtà e nel resto dell'anno non si fa altro che evadere dalla realtà (e anche dalle tasse), quando mai prenderemo contatto con quello che ci succede? No perchè negli USA avranno i Maial college e gli American pie, ma si sono resi conto di stare sul Titanic e hanno preso provvedimenti votando un uomo che riparte dagli stipendi e dalla volontà di garantire istruzione e assistenza sanitaria a tutti. Due cose che in Italia erano garantite e che adesso ci stanno levando. Se potessi scambiare le figu io prenderei venti Maial college per una Carfagna, ottanta American pie per una Gelmini, dieci horror di serie z per un Brunetta etc. Il problema è che non li vuole nessuno, mentre noi ci sorbiamo anche i filmacci statunitensi: non vale! Io non ci sto! Se noi riuscissimo ad organizzare lo scambio loro potrebbero pure sbatterli a Guantanamo sti personaggi: scarcerano tutti gli arabi che hanno ingabbiato arbitrariamente e sai quanto spazio si libera? Potrebbero stare tutto il giorno a giocare a farsi le corna, farsi cucù e tutte le simpatiche iniziative a livello di politica internazionale che contraddistinguono questo governo, ma senza fare male a nessuno. E in cambio, qui in Italia, noi avremmo una classe di amministratori nuovi che ripartono dalla classe media come Barack e le sale piene di Maial college, ma chissenefrega, tanto c'è emule. Allora? Raccolta di firme? Io dico che così tornerebbe davvero il tanto auspicato ottimismo.

Buon Natale, paese povero.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 4 commenti

 
 
Antinoo
  • indirizzo IP 85.45.46.58
  • data e ora Lunedì 22 Dicembre 2008 [13:06]
  • commento Il difetto della democrazia è che non vince il migliore ma il più votato. E la gente, in Italia, applica lo stesso criterio da te citato per il cinema anche al voto. Forse, non si merita altro che
 
 
 
 
 
Antinoo
  • indirizzo IP 85.45.46.58
  • data e ora Lunedì 22 Dicembre 2008 [13:09]
  • commento un Vanzina in sala e un buffone al governo. E tanti saluti alla qualità. Il cinema somiglia alla vita, e viceversa. No?
 
 
 
 
 
Chiara Orlandi
Chiara Orlandi
  • indirizzo IP 85.18.201.173
  • data e ora Mercoledì 31 Dicembre 2008 [0:12]
  • commento ho letto questo editoriale con curiosità soprattutto per capire l'accostamento fotografico. ora ho chiaro di vivere in un Paese di sessuofobi, ignoranti e razzisti... nell'ordine cronologico citato
 
 
 
 
 
Chiara Orlandi
Chiara Orlandi
  • indirizzo IP 85.18.201.173
  • data e ora Mercoledì 31 Dicembre 2008 [0:15]
  • commento saremo mai in grado di cambiare? ci manca la volontà o la forza? auguro a tutti i lettori e redattori uno strabiliante anno nuovo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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