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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4.5/5
  • valutazione
  • La migliore prova di Nolan. Una splendida esperienza sospesa tra realtà e sogno. Andate al cinema!
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 41 lettori
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Info

The Prestige

di Christopher Nolan

 
    Dati
  • Titolo originale: The Prestige
  • Soggetto: Christopher Priest (romanzo)
  • Sceneggiatura: Jonathan Nolan e Christopher Nolan
  • Genere: Drammatico - Indefinibile
  • Durata: 128 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A./UK
  • Anno: 2006
  • Produzione: Newmarket Productions, Syncopy, Touchstone Pictures, Warner Bros. Pictures
  • Distribuzione: Warner Bros. Italia
  • Data di uscita: 22 12 2006
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Are You Watching Closer, Scotty?

di Fabrizio Ferrero

Nel gioco di prestigio, o nell'atto di magia, piuttosto, si possono individuare tre parti ben distinte: la promessa, durante la quale il mago mostra al pubblico, facendo uso della capacità di distrarre, qualcosa che appare ordinario, ma che probabilmente non lo è; alla prima parte fa seguito la performance, attraverso la quale il mago riesce a rendere straordinario il perfettamente ordinario. Ma, come dice la voce fuori campo all'inizio del film, il pubblico non applaudirà ancora. Deve entrare in scena la conclusione del numero: il "prestige", il momento in cui l'illusorietà è padrona della scena, il momento in cui accade qualcosa di sconvolgente.
Ma l'illusione risiede già nel titolo, in anticipo rispetto primo fotogramma: questa raffinata nomenclatura è del tutto inventata. Christopher Priest, autore del romanzo, ci fa sapere che prestige gli è venuto in mente pensando a prestidigitazione, termine di cui conosciamo a menadito il significato grazie al nostro Silvan. Pensiamoci un attimo ancora. Significa muovere le dita in fretta. Affinché lo spettatore non si accorga del trucco. E' probabilmente la base del cinema stesso, grande illusione per eccellenza.
Questa tripartizione allude alle tre linee narrative del film. Christopher Nolan, maestro del tempo e della memoria (tempo confuso e circolare, memoria patologica) piuttosto che riconciliarsi con una contemporaneità terrificante alla Memento o alla Insomnia abbandona il campo e sceglie un soggetto ambientato fra la Londra vittoriana e Colorado Springs e che si occupa di personaggi che nella vita reale ci fanno sorridere smaliziati.
Sul finire dell'800 Freddie Borden, mago, è in carcere in attesa dell'esecuzione capitale: è responsabile della morte del suo rivale Robert Angier, mago. Legge i diari di Angier stesso e riceve visite da parte di un misterioso personaggio. Flashback: 1887. Freddie e Robert sono assistenti del mago Milton e durante un numero che coinvolge Julia, amata da Robert, immersa in una vasca piena d'acqua alla Houdini, qualcosa va storto. Julia annega: è la scintilla che innesca la competizione, senza esclusione di colpi, tra i due prestigiatori, sabotaggi, travestimenti e spionaggio "industriale", amputazioni incluse.
Freddie e Robert portano avanti carriere altalenanti fino a quando il primo inizia ad interessarsi ad un numero sull'illusione del teletrasporto attraverso due cabine distanti fra loro ed un sistema di botole.
Robert riesce ad impossessarsi degli appunti cifrati di Freddie e durante un confronto faccia a faccia la chiave per la decifrazione viene rivelata da quest'ultimo. La parola chiave è Tesla.
Terza linea narrativa: Robert è a Colorado Springs alla ricerca del fisico Nikola Tesla che sta conducendo esperimenti sui campi elettrici ad alta tensione avvalendosi di impressionanti generatori (macchinari da Dottor Frankenstein, verrebbe da pensare) e di una gabbia di Faraday.
Stop. Tutto il resto è da assaporare fotogramma per fotogramma.
The Prestige è un film profondamente soderberghiano, il Soderbergh di Solaris, e di conseguenza profondamente tarkovskijano. Nolan si crogiola in campi lunghi e lente carrellate in avanti dal sapore intimistico; dissemina la pellicola di micro-flashback della durata di pochi secondi, che provocano quell'ottundimento da micro-sonni durante un viaggio in treno, quella sorpresa da micro-reminiscenze di violenta nostalgia. Spesso la voce fuori campo imbottisce tutto di ovatta mentre la macchina da presa segue il cammino di un personaggio per strada. E' un effetto-oppio, quasi; amplificato dalla musica di David Julyan molto simile a quella di Martinez per Solaris: lunghi accordi avvolgenti e stranianti allo stesso tempo.
Il grigio-blu domina incontrastato i finti esterni e le sequenze in carcere, mentre i rossi e i marroni sono i padroni assoluti delle sequenze che rappresentano i teatri.
The Prestige è illusorio già nelle scelte di location: è stato girato quasi completamente in studio, è tutto abilmente falsificato, è il grande gioco di prestigio che rappresenta una Londra inesistente. Siamo dalle parti del Shangai Gesture di Von Sternberg, senza la sbrilluccicanza di quest'ultimo.
C'è chi ha cercato di estrapolare ridicole istanze marxiane di lotta di classe dalla rivalità fra i due maghi solo perché Robert è posh mentre Freddie è cockney working class; The Prestige è solo un altro, grandioso film sul doppio e su due coppie di rivali, una delle quali è duplicata: Freddie, Robert e i loro rispettivi doppi da una parte, Tesla e Edison (solo nominato) dall'altra.
Viene in mente il ruolo di gregarietà del doppio, esattamente la gregarietà o l'intercambiabilità del doppio del Cronenberg di Inseparabili.
Il conflitto, la rivalità accesa tra Freddie e Robert e fra Tesla e Edison sembra più che altro un confronto fra creatività e routine, fra utilitarismo e genio. Freddie è il creativo ed esplora nuove possibilità, Robert è pedissequo; Tesla è il genio visionario, probabilmente l'inventore del concetto di wireless, Edison è il razionale, utilitaristico inventore di una cosa tranquilla e piena di buon senso come l'illuminazione elettrica.
Il cast è di una densità, di una qualità sorprendente; solo Scarlett Johansson sembra una gradevole, sensuale cariatide di contorno, mentre Christian Bale, Hugh Jackman, Michael Caine e David Bowie svettano per tutta la durata del film, a livello eccelso e paritario.
Forse solo il Tesla - Bowie riesce ad essere l'elemento decisamente perturbante, aspetto che, parlando di doppio è inevitabile.
Nota a margine. Nikola Tesla compare anche (amo questo tipo di coincidenze) nell'ultimo voluminoso, enciclopedico, tentacolare romanzo di Thomas Pynchon: Against the Day.

 
 
 
 
 
 
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