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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4.5/5
  • valutazione
  • Solo la solitudine
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 17 lettori
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Info

Le luci della sera

di Aki Kaurismäki

 
    Dati
  • Titolo originale: Laitakaupungin valot
  • Soggetto: Aki Kaurismäki
  • Sceneggiatura: Aki Kaurismäki
  • Genere: Drammatico - Psicologico
  • Durata: 80 min.
     
  • Nazionalità: Finlandia
  • Anno: 2006
  • Produzione: Sputnik OY
  • Distribuzione: BIM
  • Data di uscita: 12 01 2007
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Il diavolo è bionda

di Antinoo

Helsinki. Koistinen (Janne Hyytiäinen) non è brutto, anzi, non ha alcuna menomazione fisica, non è sociopatico (tutti motivi che giustificherebbero in qualche modo l'affermazione seguente): è semplicemente ed irrimediabilmente solo, quasi contro sua voglia.
E' un romantico e, in un certo senso, un ottimista continuando ad imputare questa sua solitudine al lavoro che fa: il guardiano di un importante centro commerciale. Forse preferisce pensare questo, invece di attraversare il fatto che colleghi e superiori lo scherniscono con un odio quasi feroce, chiunque lo incontri non risponde mai ad un suo saluto e le donne lo evitano con una crudele aria di sufficienza. La sua unica amica è Aila (Maria Heiskanen) proprietaria di un chiosco "Grilli" in cui Koistinen si rifugia per brevi e sprezzanti istanti dopolavoro.
Tutto ciò finché nella sua vita non entra Mirja (Maria Järvenhelmi), bionda pittata dalle movenze e dai sentimenti robotici (on/off per intenderCi) che ha il chiaro scopo di sedurlo e seguirlo fino a scoprire i codici di accesso del centro commerciale, così da poter fornire al suo capo, Lindstrom (Ilkka Koivula), l'opportunità di svaligiare la gioielleria al suo interno.
Aki Kaurismäki scrive, dirige e produce un film onirico e spietato, ultimo della trilogia iniziata con Nuvole in Viaggio (la disoccupazione) e L'Uomo senza Passato (la vita dei senza tetto) in cui una regia fatta di primi piani su volti quasi inespressivi e che, per questo, raccontano più di ciò che dicono, dispiega la totale incomunicabilità e solitudine non cercate ma subite, da tutti i personaggi.
Solo chi per primo spezza questa catena, con il semplice gesto di una mano, otterrà ciò che ha cercato finora invano, e nella direzione sbagliata. Bravissimi tutti gli attori tra cui, per fisicità, spicca il personaggio di Mjria, totalmente incapace di provare sensazioni, sia per gli altri che per se stessa. A riguardo, due scene chiave: la prima, rivolta a Lindostrom "mi chiedo perchè faccio tutto questo", che a sua volta le risponde "perchè altrimenti dovresti lavorare"; la seconda, dopo aver lasciato un incredulo Koistinen a sognarla, attende un incontro con il capo e si dipinge gli occhi, come a sancire il suo essere maschera.
Quando appaiono i titoli di coda, la parola che ti viene in mente è "delizioso", e il mondo a cui tornare ti sembra decisamente più bello. Non alla maniera del meraviglioso di Amélie, ma perchè quello che hai appena salutato era decisamente orrendo.

 
 
 
 
 
 
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