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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Le montagne del Maghreb ospitano un monastero in cui i monaci francesi vivono in armonia con i musulmani. L'armonia viene interrotta da un attentato, la paura si insinua nell'animo degli uomini che dovranno decidere se restare o andaresene.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • La grande umanità degli uomini di Dio
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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Info

Uomini di Dio

di Xavier Beauvois

 
    Dati
  • Titolo originale: Des hommes et des dieux
  • Soggetto: Xavier Beauvois, Etienne Comar
  • Sceneggiatura: Agathe Grau
  • Genere: Drammatico - Sociale
  • Durata: 110 min.
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2010
  • Produzione: Armada Films, Why Not Productions
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: 22 10 2010
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

... Ma molto umani

di Roberta Folatti

Il Dio che li guida è un campione di tolleranza. Nulla ha a che vedere con quel cattolicesimo autoreferenziale, impettito, convinto di possedere tutte le risposte e di essere autorizzato ad imporle. Basta guardare i volti di quegli otto frati per intuire che hanno fatto scelte precise, di pace e di accoglienza. Uomini di DioDel resto sono trappisti cistercensi, seguono la Regola di San Benedetto che mette al primo posto l'ospitalità e la condivisione, soprattutto verso i più derelitti. Nel loro monastero, sulla sommità delle montagne algerine, tutti sono ben accolti e c'è Luc, uno dei frati più anziani, che cura chiunque ne abbia bisogno. Nell'intera regione la gente sa che può contare sulle sue conoscenze mediche e sulla sua esperienza, come sulla disponibilità al dialogo di Frère Christian, il Priore, colto, riflessivo, una  vera guida per i suoi fratelli. Gli abitanti del villaggio, poverissimo, hanno ottimi rapporti con i monaci, c'è rispetto reciproco e scambio di aiuto.

Ma l'atmosfera tranquilla e abitudinaria comincia ad essere turbata dalle voci di violenze, delitti compiuti in nome di Allah, stragi incomprensibili agli occhi dei miti uomini del monastero. La paura, l'inquietudine, il senso di insicurezza diventano parte della quotidianità degli otto frati, li avvicinano, li rendono più consapevoli. Dopo le iniziali divergenze, i dubbi, i timori che emergono, tutti decidono di rimanere in Algeria nonostante il pericolo. Non fa loro cambiare idea neppure l'irruzione di un gruppo armato all'interno del convento in una vigilia di Natale molto tesa: padre Christian affronta i terroristi con coraggio tanto che questi mostrano di rispettarlo.

La storia raccontata dal regista francese Xavier Beauvois è vera, il rapimento dei monaci avvenne nel maggio del 1996 e nel 2009, dopo la riconciliazione nazionale voluta dal governo, si scoprì che probabilmente c'entrava l'esercito nella loro uccisione. Il film riesce a rendere sia l'armonia e la pace del periodo precedente lo scoppio della violenza, che il crescere dell'ansia, mitigata dai momenti di preghiera comune dentro i quali i monaci si rifugiano, anche per allontanare la sensazione di pericolo. E poi gli ambienti, i volti degli attori, la natura che circonda il monastero, tutto contribuisce a trasportarci in un contesto diverso, rigoroso e al tempo stesso accogliente, lontanissimo da noi ma in qualche modo affine.

Al di là del dramma che si è consumato nella realtà e che nel film viene descritto solo in parte, gli "uomini di Dio" portano un messaggio potente, assolutamente trasgressivo in questi anni di individualismo e totale concentrazione su noi stessi.

 
 
 
 
 
 
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