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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Film di rara intensità emotiva e visiva
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.7/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 8 lettori
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Info

La Samaritana

di Kim Ki-duk

 
    Dati
  • Titolo originale: Samaria
  • Soggetto:
  • Sceneggiatura: Kim Ki-duk
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 95'
     
  • Nazionalità: Corea del sud
  • Anno: 2004
  • Produzione:
  • Distribuzione: Mikado
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Il corpo dell'anima

di Eduard Le Fou

Perché Kim Ki-duk è diventato, in Italia, nel giro di poco più di un anno uno dei cineasti orientali più stimati dal pubblico? A partire da Primavera, Estate, Autunno, Inverno e ancora Primavera si è infatti attivato un curioso passaparola tra gli amanti del cinema d'autore che ha consentito a questo film e al successivo Ferro 3 (premiato col premio speciale della giuria anche al Festival di Venezia dello scorso anno) di restare a lungo nelle sale e di moltiplicare il numero dei curiosi. Forse perché si tratta di due film che comunicano una grande tensione verso la dimensione spirituale e metafisica, tematica da sempre presente nella filmografia del regista coreano e che in questo momento incontra un particolare favore da parte degli spettatori. Ma sarebbe riduttivo giustificare così questo piccolo, grande successo.

Questi due film di Kim Ki-duk devono la maggior parte del loro fascino ad una sorprendente capacità visionaria che incide con forza a livello inconscio nell'immaginario dello spettatore e che viene unita ad una messa in scena e ad una sceneggiatura formalmente perfette. Queste ultime sono però cifre stilistiche cui Kim Ki-duk è approdato soltanto con gli ultimi film e La Samaritana ne è l'esatta dimostrazione.

Realizzato tra Primavera, Estate… e Ferro 3, e distribuito solo ora proprio in virtù di questo cospicuo seguito di pubblico, La Samaritana è un film che potrebbe spiazzare i cultori di Kim Ki-duk che hanno imparato ad amarlo grazie alle precedenti due uscite, poichè si rifà decisamente a pellicole girate qualche anno fa, come L'Isola o Indirizzo Sconosciuto. I temi affrontati in sostanza sono gli stessi, ma con un equipaggiamento formale per certi versi opposto ai suoi film più noti. La Samaritana è la storia, divisa in tre capitoli, di Yeo-jin, giovane studentessa liceale legata da un'amicizia viscerale a Jae-young, insieme alla quale con giocosa incoscienza decide di guadagnarsi con la prostituzione i soldi per un viaggio insieme in Europa. L'una, non senza qualche remora affettiva, organizza gli appuntamenti per l'altra che vende il proprio corpo senza alcuno scrupolo morale, invaghendosi anzi di uno dei suoi clienti. La polizia però è sulle loro tracce e un giorno alcuni agenti colgono Jae-young in flagrante in una stanza d'albergo, la ragazza, costretta alla fuga, si getta dalla finestra, sotto gli occhi dell'inseparabile amica. Dopo qualche ora d'agonia Jae-young muore. Non riuscendo a sopire il dolore per la tragica separazione dall'amica, Yeo-jin decide di riunirsi idealmente a lei, rintracciando tutti gli uomini con cui Jae-young aveva fatto sesso a pagamento, per unirsi carnalmente a loro, restituendo loro anche i soldi. Il padre di Yeo-jin, poliziotto della omicidi, scopre tutto e cerca di proteggere la figlia, macchiandosi anche di efferati delitti. Poi i due decidono di partire per un lungo viaggio e visitare la tomba della madre defunta. Queste poche righe danno l'idea di un soggetto tra i più detournanti scritti negli ultimi tempi.

Una storia che, tra continue deviazioni stilistiche, ci racconta di personaggi alle prese con situazioni a dir poco paradossali e grottesche. Le loro vicende vengono tratteggiate con i toni più vari: da quelli sentimentali, a quelli del racconto di formazione, con passaggi in territori di estrema violenza e fisicità, ma anche di magiche atmosfere sospese ed eteree. Mentre in Ferro 3, ad esempio, la storia dei due amanti era comunque iscritta in un plot "classico" e ben congeniato (incontro-fuga-separazione-ricongiungimento), in La Samaritana la sceneggiatura è affrontata con un'attitudine che definire disinvolta è un eufemismo. Lo spettatore che cerchi di immedesimarsi con le circostanze cui sta assistendo, rimarrà quantomeno deluso.

Per Kim Ki-Duk situazioni, personaggi e ambientazioni non sono altro che strumenti per provocare forti contrasti emotivi, quasi da tragedia classica. Non c'è nessuna traccia per risalire alle motivazioni che muovono i personaggi, se non un'ineluttabile tensione verso Amore e Morte cui essi sono destinati a sacrificarsi passando attraverso la constatazione della corruttibilità della condizione terrena dell'uomo. E qui Kim Ki-Duk torna a mostrare palesemente, come in Ferro 3 e Primavera, Estate… aveva invece soltanto accennato, corpi martoriati, violentati e straziati, come a volerne ribadire in maniera ossessiva la loro condizione dolorosa e meramente transeunte. Uno status di Peccato Originale, che deve essere espiato per raggiungere la redenzione e la liberazione definitiva dello Spirito. La grandezza di Kim Ki Duk sta nell'affrontare temi peculiari della cultura orientale, ma ormai perfettamente intuibili anche da noi occidentali, con un linguaggio cinematografico estremamente libero in cui i concetti di grammatica, coerenza e logica narrativa come noi li concepiamo, non vengono neanche minimamente presi in considerazione. Non si possono mettere limiti al talento visionario del regista coreano che senza nessuno scrupolo riesce a colpire diritto nell'anima con immagini di lacerante, ancestrale bellezza. Kim Ki-Duk è l'ultimo dei primitivi.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
utente
giulia3
  • commento semplicemente stupendo...come tutti i suoi film dopotutto!
 
 
 
 
 
utente
compay
  • indirizzo IP 62.10.40.68
  • data e ora Giovedì 13 Ottobre 2005 [22:36]
  • commento DI QUESTO FILM MI INQUIETA IL FATTO CHE IL PADRE NON FA PAROLA CON LA FIGLIA DI TUTTO QUEL CHE SA E STA VIVENDO, MA SEMBRA ESSERCI UN DIALOGO FATTO DI GESTI, LUOGHI E SILENZI APPUNTO. IMMAGINI ONIRICHE, SILENZI DA POST INCUBO, VIOLENZA E MOMENTI IN CUI TUTTO SEMBRA DOVER ACCADERE MA SI RIMANE IN SOSPESO. MOLTO BELLO
 
 
 
 
 
utente
Francesca
  • indirizzo IP 87.14.90.121
  • data e ora Giovedì 14 Dicembre 2006 [22:36]
  • commento Sono d'accordo! Film bellissimo, di una forza sconvolgente
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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