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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

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  • 4/5
  • valutazione
  • Una grande attrice in azione
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.1/5
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  • Questo film è stato votato da 5 lettori
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Info

Transamerica

di Duncan Tucker

 
    Dati
  • Titolo originale: Transamerica
  • Soggetto: Duncan Tucker
  • Sceneggiatura: Duncan Tucker
  • Genere: Commedia - Sentimentale
  • Durata: 103 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: Belladonna Productions
  • Distribuzione: DNC
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Una trasformazione da Oscar.

di Roberta Folatti

Il film si regge tutto sulle spalle di Felicity Huffman, è merito suo se ci dimentichiamo di una trama banalotta e di comprimari dai tratti prevedibili, alcuni al limite del macchiettismo. Promossa anche l'idea del regista esordiente Duncan Tucker di affidare a un'interprete femminile la parte di un uomo che cerca di sembrare donna. Sarebbe stato più semplice e, se la Huffman non fosse stata così abile, anche più credibile ingaggiare un uomo o direttamente un transessuale. Per fortuna la sofisticata operazione ha funzionato, trasformando la Huffman in un uomo impacciato, sofferente dentro un corpo maschile che tenta pudicamente di nascondere, ammorbidire, rendere più aggraziato.

 

Insomma il cambio di sesso fondamentale è avvenuto prima dell'inizio del film, e l'attrice, conosciuta sinora come casalinga disperata, si è completamente immedesimata nel drammatico tentativo di Bree di far prevalere la sua vera identità. Soprattutto agli occhi degli altri, genitori in testa, che si ostinano a vedere in lei il primogenito Stanley.

Sarebbe potuta diventare una carnevalata un po' kitch, invece la maestria della Huffman sta proprio nella delicatezza con cui disegna il suo personaggio attraverso i dettagli: timidezze, piccoli gesti, pudori, tic.

Conosciamo Bree a pochi giorni dall'intervento per cambiare sesso, è una persona che convive da anni con una sofferenza segreta ma molto reale. I suoi accurati travestimenti, le cure ormonali e l'assistenza di una psicoterapeuta che è quasi un'amica del cuore le hanno permesso di sopravvivere, ma basta un bambino che intuisce in lei una punta di ambiguità per mandarla in crisi. Bree è fragile, ogni malignità nei suoi confronti è come una pugnalata, ma sarà proprio la vicenda che le capiterà di vivere a renderla più forte, più sicura di sè. Determinata a percorrere fino in fondo la strada intrapresa.

 

Transamerica è una sorta di road movie, una traversata da un punto all'altro degli States che è soprattutto un viaggio dentro se stessi, per entrambi i passeggeri dell'auto che sfreccia da New York a Los Angeles.

La storia è questa: Bree/Stanley a pochi giorni dall'operazione "risolutiva", scopre di avere un figlio, nato dall'unica relazione etero vissuta da studente. Vorrebbe disinteressarsene, ma la sua scrupolosa terapeuta la obbliga a sciogliere quel nodo prima di compiere il passo fondamentale e diventare donna.  Così la protagonista si ritrova inaspettatamente un figlio e la sua sensibilità non le permetterà di abbandonarlo al suo destino di droga e prostituzione, nè di lasciarlo nelle mani di un patrigno pedofilo.

Sui trascorsi del giovane Toby, a cui è pure morta suicida la madre, si è forse calcata un po' la mano, il suo personaggio, insieme a quelli dei familiari di Bree, risulta un tantino stereotipato, quasi caricaturale. Il confronto che si apre tra padre (in procinto di traghettare verso l'altro sesso) e figlio è comunque interessante, a metà strada tra l'ironia e il dramma, sempre in equilibrio, mai eccessivo.

 

Ma il tocco magico al film - lo ribadiamo - lo dà l'interpretazione di Felicity Huffman, che meritava l'Oscar. Ed è straordinario anche vedere come dopo l'operazione riesca a trasmettere il cambiamento avvenuto, oltre che nel suo corpo, nella sua anima liberata. Sembra di assistere davvero alla nascita di una donna, che scopre con gioia la sua femminilità. Nessun effetto speciale, solo piccoli particolari: l'espressione del viso, un gesto finalmente non trattenuto, movimenti del corpo improvvisamente naturali. Brava, brava Huffman.

 
 
 
 
 
 
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