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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • Duro ma necessario, affronta una parte recente di storia Usa in cui ogni Paese può riconoscersi.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
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  • genere Drammatico
  • tipo Road Movie
  • Emanuel Perico
 
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  • di Walter Salles
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  • genere Drammatico
  • tipo Road Movie
  • Stefano Tirelli
 
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  • di Tony Gatlif
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  • genere Drammatico
  • tipo Road Movie
  • Stefano Tirelli
 
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Info

Beautiful country

di Hans Petter Moland

 
    Dati
  • Titolo originale: The beautiful country
  • Soggetto: Sabina Murray e Lingard Jervey
  • Sceneggiatura: Sabina Murray
  • Genere: Drammatico - Road Movie
  • Durata: 137 min.
     
  • Nazionalità: Norvegia, USA, Vietnam
  • Anno: 2004
  • Produzione: Backstrom, Borgli, Malick, Pressman
  • Distribuzione: Lady Film
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Ogni Paese è meraviglioso. Oppure no.

di Carlo Griseri

Risale ormai a due anni fa questa pellicola norvegese-statunitense, diretta da Hans Petter Moland tra il Vietnam e il Texas (e tutti i Paesi che li dividono).
Binh (Damien Nguyen) è il protagonista. E' figlio di un soldato yankee e di una ragazza del posto, odiato da entrambe le etnie in quanto ibrido, e comunque diverso ("Bui doi", che significa "meno della polvere", è come vengono simpaticamente chiamati bambini come lui dai connazionali).
Siamo nel 1990 e Binh, stanco di una vita di affanni e delusioni, decide di andare a trovare il padre che non ha mai conosciuto. Non ha soldi né alcuna informazione su come muoversi. Cresciuto in campagna e senza i genitori, decide di raggiungere la madre in città e di raccogliere da lei le indicazioni per il suo viaggio. La trova, al servizio di una famiglia che non la rispetta ma che accetta anche lui alle sue dipendenze.
Con la madre vive anche il fratellastro di Binh, ed è con lui - dopo alcune vicissitudini che è meglio vedere che sentirsi raccontare - che parte per la sua avventura. Il viaggio è lungo, e senza soldi lo diventa ancora di più: grazie a un prestito materno riesce a salpare e a iniziare il tortuoso percorso e la spietata lotta per la sopravvivenza.
Solo la speranza di incontrare finalmente il proprio padre gli permette di sopportare le angherie e le disgrazie che lo attendono, magari insieme alla speranza, una volta arrivato, di rinascere a nuova vita in quel "beautiful country" che sono - nell'immaginazione di Binh e di tutti i disperati con cui viaggia - gli Stati Uniti.
Sceneggiato da Sabina Murray e Lingard Jervey, il film si sviluppa quindici anni dopo la fine del conflitto Usa-Vietnam.
Ad arricchire il cast, che nelle parti principali vede impegnati Nguyen e la neo-star orientale Bai Ling, già apprezzata in Sky Captain, Lords of Dogtown e tagliata per qualche foto di nudo di troppo dall'episodio 3 di Star Wars (ma con in cantiere una decina di film che la consacreranno presso il grande pubblico), sono accorsi i grandi nomi Usa Nick Nolte e Tim Roth, entrambi su ottimi livelli.
Due nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Basta una breve sintesi dei film realizzati: Le iene, Pulp fiction e La leggenda del pianista sull'oceano per Roth, La Sottile linea rossa, Cape fear e Addio al re per Nolte.
Beautiful Country è duro, non fa sconti e racconta, con gli occhi neutrali di un regista norvegese, un rapporto ancor'oggi conflittuale come quello tra Stati Uniti e Vietnam, dopo una guerra irrisolta e mai forse veramente compresa. Non si tratta però di un film triste, che gioca sulla lacrima facile: miracolosamente evita questa possibile deriva e si rivela riuscito e in grado di "comunicare" realmente un disagio, emozionando.

 
 
 
 
 
 
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