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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Una grande civiltà non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro, scriveva lo storico Will Durant. Gibson sposa la tesi e prova a veicolarla nel solo modo che conosce: immagini crude e riprese suggestive. Obiettivo centrato: 139 minuti di grande cinema d'avventura e molta meno violenza gratuita che nei film di Tarantino.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.1/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 18 lettori
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Info

Apocalypto

di Mel Gibson

 
    Dati
  • Titolo originale: Apocalypto
  • Soggetto: Mel Gibson
  • Sceneggiatura: Mel Gibson e Farhad Safinia
  • Genere: Azione - Storico
  • Durata: 139 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2007
  • Produzione: Icon Productions
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La passione di Zampa di Giaguaro

di Francesca Paciulli

Raggomitolato tra i rami della giungla yucateca, il giovane Zampa di Giaguaro lotta per la sopravvivenza: inseguito dagli spietati soldati del re, trova riparo tra le fronde umide di un albero quando i suoi occhi scuri incrociano quelli verdi di un cucciolo di pantera nera. Un attimo dopo è la madre del cucciolo a reclamare la sua attenzione e a costringerlo a lanciarsi dall'improvvisato rifugio per scappare, insidiato da una minaccia ben più feroce delle frecce dei soldati. E' impossibile stabilire chi tra i due, la pantera e il giovane uomo in fuga, sia il più elegante e il più astuto: nell'inseguimento, filmato dalle videocamere digitali Genesis pilotate con precisione maniacale da Mel Gibson (Braveheart - Cuore impavido), i due se la giocano praticamente ad armi pari, dando vita ad una delle sequenze più spettacolari ed emozionanti di Apocalypto. Preceduto e seguito, come già per La passione di Cristo, da un mare di polemiche - alle proteste delle associazioni dei genitori e dei consumatori per il mancato divieto ai minori di quattordici anni, il ministro dei beni culturali Francesco Rutelli ha risposto con un invito agli esercenti a non far entrare in sala i ragazzini da soli -, il film di Gibson è in realtà un suggestivo e primitivo viaggio a ritroso nel tempo, agli anni del declino del regno Maya. Non sono stati i conquistadores spagnoli, prova a suggerire la sceneggiatura di Mel Gibson e Farhad Safinia, a spazzare via la civiltà Maya, ma le lotte intestine tra le diverse tribù. Nello specifico, tra le superstiziose truppe dei governanti, convinti che sanguinosi sacrifici umani in cima alle piramidi possano placare le ire delle divinità e aiutarli a prosperare, e la tribù di cacciatori cui appartiene anche il giovane Zampa di Giaguaro (Rudy Youngblood, spettacolare giovane indigeno americano, con un passato da pugile e cantante).

Catturato dai soldati del re, insieme ai pochi sopravvissuti alla sanguinosa strage che non ha risparmiato donne e bambini, il giovane viene fatto prigioniero per essere sacrificato al Tempio dei Maya. A salvarlo dalla decapitazione saranno una improvvisa eclissi di sole - interpretata dal re come un chiaro messaggio di sazietà - e la velocità della sua corsa. Rocambolescamente fuggito dalle ire dei soldati, e più che mai deciso a ricongiungersi alla moglie incinta e al figlioletto, Zampa di giaguaro inizia una perigliosa e sfiancante fuga nella foresta. Ed è qui che l'unico possibile difetto del film (se tale può essere considerata l'ambizione degli intenti) si lascia perdonare e che la pellicola raggiunge il suo vertice più elevato: filmata con millimetrica precisione e sorprendente realismo dalle videocamere digitali Genesis della Panavision (le cronache dal set messicano di Catemaco e Veracruz, raccontano di riprese continuative di venti minuti, con quattro videocamere che simultaneamente corrono accanto agli attori attraverso la foresta), la lunga scena dell'inseguimento procede in tempo reale, un po' come l'affondamento del Titanic firmato James Cameron. E, malgrado i sottotitoli (l'intero film, per scelta di Gibson, è girato nell'antica lingua yucateca), la tensione non cala neanche per un attimo. Merito della potenza delle immagini, sapientemente restituite dalla direzione della fotografia di Dean Semler (Balla coi lupi) e della primordiale energia di un regista, sicuramente estremo ma indubbiante pieno di passione.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
utente
Cruel
  • indirizzo IP 80.205.213.36
  • data e ora Domenica 21 Gennaio 2007 [17:00]
  • commento Pour moi, film di una abbacinante inutilità.
 
 
 
 
 
utente
toni annunziati
  • indirizzo IP 87.11.223.97
  • data e ora Martedì 20 Febbraio 2007 [23:47]
  • commento grandioso;tra qualche anno parleremo sicuramente di capolavoro.
 
 
 
 
 
utente
freccia
  • indirizzo IP 80.67.127.175
  • data e ora Giovedì 31 Maggio 2007 [17:26]
  • commento Capolavoro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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