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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Una favola raccontata e musicata mirabilmente, un tragicomico meta-film intimo e gentile... da vedere.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 23 lettori
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Info

Dopo Mezzanotte

di Davide Ferrario

 
    Dati
  • Titolo originale: Dopo Mezzanotte
  • Soggetto: Davide Ferrario
  • Sceneggiatura: Davide Ferrario
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 90 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2004
  • Produzione: Rossofuoco
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

C'era una volta il Cinema, un'invenzione senza futuro.

di Lucio Carbonelli

Questo film è una piccola poesia cinematografica: amore e sogni, film muti e parole nei fili, luci colorate e notti buie… poesia, appunto; questo film, intimo e gentile, è un tragicomico meta-film in realtà, una favola raccontata e musicata mirabilmente, una storia affabulata dalla calda voce di Silvio Orlando che ci racconta di tempi andati, quando il cinema era un invenzione senza futuro (lo diceva Antoine Lumière, padre del Cinema come mezzo tecnico e poetico) e tutto quello che vedevi erano paesaggi, che si ripetono in tempi moderni, quando il Cinema si confonde con la signora Vita addirittura, e tutto quello che vediamo sono personaggi che parlano di noi a noi medesimi.
Questo film è un atto d'amore al Cinema, girato in alta definizione con pochi soldi, ché il sogno non è bisogno; però qui non abbiamo solo paesaggi, ma anche personaggi: perché come si fa a fare un film, a raccontare una storia se non ci sono i personaggi? Le storie ne hanno bisogno.
In questo film ne abbiamo ben tre, di personaggi: Martino, muto e goffo custode del Museo del Cinema di una Torino buia eppur tutta brillante di matematica luminosa e organizzatrice; Amanda, piccola donna innamorata nonché lavoratrice precaria in un fast-food; l'Angelo, fidanzato di Amanda e ladro d'auto/latin lover a tempo perso.
Questa è una storia d'amore, al solito, perché le storie che racconta il Cinema sono sempre le stesse, si sa, e noi andiamo sempre a vederle, così, per illuderci un attimo che la nostra vita possa essere (aiutata da) un film, possa diventarlo: Amanda che ha già nel suo nome il suo dover essere amata, per un giro di arabeschi del signor Destino, si trova ad essere amata, appunto, dai due suddetti, insieme, Martino e l'Angelo.
La coppia è come la benzina, si dice nel film: inquina, eppure non s'è trovato ancora nulla di meglio; ma lo stesso, come solo i sognatori sanno fare, per un attimo, giusto il tempo di un film appunto, si prova a sognare, in un'epoca ripiena di capi rompiscatole e guardie ligie al dovere, e si cerca di vivere insieme, tutti e tre, amandosi: in quale film l'abbiamo già visto?
Il Cinema, si diceva, una volta era fatto di paesaggi, mostrava la Realtà o quello che era: treni che entravano in sala, mandando nel panico gli spettatori, era un'emozione anche quella, sì, ma come poteva il Cinema continuare a vivere? La gente si sarebbe presto stancata di pagare per vedere cose che aveva sempre lì fuori, a portata di mano.
I film avevano bisogno di un qualcosa d'altro… perché potesse continuare il Cinema aveva bisogno di personaggi, personaggi muti che prendessero parola: nacquero così, le storie… o dovremmo dire le favole, forse?
Si va al cinema per sentire qualcuno che ci racconti una storia, infatti, si vuole tornare al tempo mitico in cui non esisteva questa maledetta televisione fatta di show-realtà (ma chi la vuole, questa realtà?) e miti (miti?) fasulli e costanzini: in questa grigia realtà si sente il bisogno di storie fantastiche fatte di gente che cade dal cielo, gente che s'innamora e prova a vivere una vita in cui sorridere non sia solo un lusso, queste storie minime e piccole che vanno e vengono, storie fatte di una polvere che si perde in un fascio di luce che illumina una notte fatta di ombre che si illuminano appunto… una polvere preziosa e fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni: la polvere da cui nasce il Cinema più grande insomma.

Auguri.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 4 commenti

 
 
utente
Thelma
  • commento L'ente di promozione del turismo della citta' di torino c'entra qualcosa, ne sono certa.
 
 
 
 
 
utente
lucio
  • commento dici a me? io vivo molto (ma molto) più a sud! :p
 
 
 
 
 
utente
Thelma
  • commento Dicevo a Ferrario, Torino da cartolina in quel film. E Ferrario e' bergamasco :)
 
 
 
 
 
utente
Stefano
  • indirizzo IP 88.34.101.174
  • data e ora Giovedì 03 Agosto 2006 [18:59]
  • commento Delicato, commovente, tenero, pieno di buon gusto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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