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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

A Christine Collins rapiscono un figlio. Dopo un po' la polizia glielo riporta ma a lei non sembra esattamente lo stesso bambino. Christine Collins si incazza.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Un salto temporale nell'America della Grande Depressione, con molti richiami all'attualità.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • senza voto
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Info

Changeling

di Clint Eastwood

 
    Dati
  • Titolo originale: Changeling
  • Soggetto: J. Michael Straczynski
  • Sceneggiatura: J. Michael Straczynski
  • Genere: Giallo - Thriller
  • Durata: 140 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2008
  • Produzione: Imagine Entertainment, Malpaso Productions
  • Distribuzione: UIP
  • Data di uscita: 14 11 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Il buon cinema di una volta

di Roberta Folatti

America anni '30, piena depressione. Le prime immagini si snodano in uno struggente bianco e nero, poi lentamente il quadro si colora. C'è una donna magra e bella che vive sola con il suo bambino di nove anni, a cui ha insegnato a non aggredire mai per primo. Ma a reagire se viene attaccato. Lui è quieto e studioso, uno che ascolta e ci medita sopra, il loro rapporto assomiglia ai loro caratteri, pieno di dignità e di rispetto. Da queste premesse prende il via una narrazione avvincente e rigorosa, in puro stile Clint Eastwood ma senza gli eccessi retorici che di tanto in tanto lo contraddistinguono. L'angoscia di una madre in seguito alla scomparsa del figlioletto, la sua ostinata determinazione a ritrovarlo che non si ferma di fronte a nulla, nemmeno al tentativo di farla passare per pazza. Di questo racconta l'ultima opera del coriaceo Eastwood.

All'interno del dramma personale cresce con forza la denuncia sociale contro la corruzione dilagante di isituzioni nate per proteggere i cittadini e diventate grumi di potere senza controllo. Christine Collins si accorge a proprie spese che la Polizia di Los Angeles è interessata unicamente a darsi un'immagine di efficienza per contrastare le critiche di chi la osserva da vicino. Ma dietro a questa facciata si nasconde una gestione parallela e criminale della città, Dipartimento di Polizia e Municipalità agiscono di concerto come un'associazione a delinquere per portare avanti traffici illeciti di ogni genere. Non si fa ingannare il pastore della Chiesa presbiteriana (John Malkovich), che da anni conduce una battaglia personale contro la corruzione di queste istituzioni. Non fosse stato per lui, la Collins sarebbe rimasta per chissà quanto tempo rinchiusa in un manicomio, imprigionata da medici e infermieri compiacenti, legati a doppio filo al Dipartimento di Polizia. Le persone sgradite ai poliziotti, anche se sanissime di mente, finivano ricoverate in quel luogo e i metodi per tenerle buone non erano certo dei più leciti. Elettroshock, psicofarmaci in dosi massicce e botte impedivano a questi presunti malati di mente di denunciare gli errori, le prevaricazioni, gli abusi della Polizia.

Il film di Eastwood ripercorre una vicenda vera, scovata dallo sceneggiatore J. Michael Straczynski nell'Archivio del Los Angeles Time subito prima che venisse mandato al macero. E' una storia forte, drammatica, che coinvolge e indigna, scuotendo emotivamente lo spettatore. Ma la narrazione, anche nei momenti di maggiore commozione, mantiene un suo rigore, quasi una sua durezza. Angelina Jolie, che interpreta la madre consumata dal dolore e dalla preoccupazione per il figlioletto scomparso, non indugia mai nell'autocommiserazione, e questa è un po' la cifra del film, il taglio che il regista americano ha voluto imprimere alla storia. La prova d'attrice della compagna di Brad Pitt è decisamente buona, forse le uniche perplessità intorno a Changeling stanno nell'eccessiva perfezione dei suoi abiti: può una madre in preda all'angoscia essere sempre vestita come un figurino, con deliziosi cappottini e tutto il resto splendidamente coordinato? Anche quando si precipita al commissariato o si mette sulle tracce di qualche pista utile per ritrovare il figlio? Al di là di questo la ricostruzione della Los Angeles di quegli anni è più che credibile, il sapore è quello di un'America in grado di mettersi di fronte alle proprie debolezze e di correggere la rotta. Eastwood smaschera senza cedimenti le contraddizioni del suo paese, alludendo a incrinature della democrazia più attuali. Un uomo tutto d'un pezzo, avercene di conservatori così...

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 2 commenti

 
 
Chiara Orlandi
Chiara Orlandi
  • indirizzo IP 85.18.201.173
  • data e ora Giovedì 11 Dicembre 2008 [14:43]
  • commento premesso che Eastwood è un grande regista, personalmente non condivido la sua idea di riforma dell"istituzione". I Coen mettono a udo l'America in modo diverso...
 
 
 
 
 
Sara Troilo
Sara Troilo
  • indirizzo IP 80.206.80.34
  • data e ora Mercoledì 18 Marzo 2009 [11:18]
  • commento Questo Eastwood non mi ha convinta, forse per l'eccessivo rigore di cui parla la Roby, che a me e' arrivato come piattezza. Aspetto Gran Torino con ansia!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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