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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

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  • 0.5/5
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  • I 166 minuti peggio spesi della mia vita. Ma magari a qualcuno piace.
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Il voto dei lettori

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Info

Il Curioso Caso di Benjamin Button

di David Fincher

 
    Dati
  • Titolo originale: The Curious Case of Benjamin Button
  • Soggetto: Eric Roth
  • Sceneggiatura: Eric Roth
  • Genere: Drammatico - Biografico
  • Durata: 166 min.
     
  • Nazionalità: USA
  • Anno: 2009
  • Produzione: The Kennedy/Marshall Company, Paramount Pictures, Warner Bros. Pictures
  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Data di uscita: 13 02 2009
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

L'inspiegabile caso di Benjamin Buttocks

di Stefano Tirelli

Incredibile. Sono uscito dal cinema veramente esterrefatto, stupito, allibito. Non riuscivo veramente a crederci! Com'è possibile che questo film riceva così tante critiche positive?
Oltre alle tredici nomination all'Oscar che possono anche non essere una garanzia di qualità, questo film si presenta con 14 premi e 52 nomination varie. Com'è possibile?

Per capire meglio, facciamo un passo indietro. Un bel flashback tanto per allungare la recensione e per entrare nell'ottica di Benjamin Button.
C'era una volta un bambino che nasce vecchio. Contemporaneamente nasceva David Fincher. In qualche altro momento nasceva Eric Roth. Ma no, diciamo contemporaneamente. Nello stesso giorno, nello stesso minuto. Tanto, in Benjamin Button le forzature sono costanti, e voi non dovete farci caso. Il tempo passava e Benjamin cresceva e al contrario degli altri... Ringiovaniva. Perché? Ma chissenefrega!

Eric Roth non è interessato a questi inutili dettagli, Fincher tantomeno. Eric Roth aveva smesso di interessarsi a questi dettagli già nel 1994 quando aveva scritto Forrest Gump. Fincher invece un anno dopo aveva diretto Se7ven, e nel 1999 Fight Club. Poi, dopo aver intervallato con Panic Room e Zodiac aveva deciso di contattare di nuovo Brad Pitt per impersonare Forrest Gump 2, su cui Eric Roth stava già lavorando. Però l'aveva chiamato Benjamin Button. Avevano tutti grandi speranze.


Vi ho mai raccontato di quando un fulmine mi ha colpito e io sono sopravvissuto? E' successo sette volte! Stavo passeggiando e blam!
Ho intenzione di scrivere una recensione profondamente avvolgente di quarantadue pagine. Ogni tanto intervallerò con questa deliziosa storiella decisamente esilarante. Sono sette fulmini, quindi considerate che la storia del quarto fulmine verrà narrata a pagina 18, l'ultimo a pagina 40.
No, scherzo. Vorrei solo scrivere una recensione un po' noiosa, per darvi davvero un'idea del film. Poi spero che qualcuno mi assegnerà una decina di premi.
Dunque, torniamo a Benjamin Button. Benjamin cresceva e ringiovaniva, a Fincher non importava niente, a Roth men che meno. Ma la cosa più simpatica è che nemmeno a Daisy, una bambina di 8 anni con un'evidente predisposizione alla gerontofilia (non si spiega altrimenti, né Roth è interessato a spiegarlo), importava che Benjamin fosse vecchio e ringiovanisse, tanto più che se ne innamora.


Questo che sembra un dettaglio triviale, è in realtà la colonna portante di tutto il film. Ricordate Forrest Gump e Jenny? Uguale. Solo che tutto questo è narrato dal letto di morte di Daisy/Jenny. Che non muore mai, incredibile. Infatti Daisy che oltre a essere gerontofila è evidentemente anche un po' stronzetta, decide che mentre sta per morire sua figlia deve sapere che l'amore della sua vita era un vecchio che ringiovaniva, non il padre con cui si troverà a vivere dopo la sua morte. A sorpresa, la tramuta in un narratore interno che ci leggerà tutta la noiosissima storia di Benjamin Buttocks... Ehm, Buttons.
Ora, già questa retorica è a mio parere sufficiente a rendere noioso un corto di 15 minuti, ma Benjamin Button sottopone lo spettatore a questa tortura per 166 interminabili minuti. Quasi tre ore.

Per riempire questo tempo ecco numerose digressioni con cui Fincher e Roth ci spiegano come la vita sia imprevedibile. Non ci si aspetta altro che da un momento all'altro salti fuori un personaggio e, con aria da rivelazione esistenziale, ci comunichi che "La vita è come una scatola di cioccolatini... Non sai mai quello che ti capita".

Nel frattempo Brad Pitt ringiovanisce. Le fan in sala attendono il lieto evento quando, arrivato sulla quarantina, Brad Pitt riacquisisce il bel faccino pulito dei suoi film degli anni '90. E' incredibile come il tempo passi per tutti eh? Bisognerebbe farci un film.
Insomma tutto continua in modo prevedibile e noioso, finché finalmente schiattano sia Daisy che Benjamin e tutti morirono felici e contenti. Noi no, invece, perché tanto per dare un'ultima botta di retorica, Fincher conclude con un'appendice in cui si mostra come ognuno nella sua vita abbia un ruolo ben preciso. Determinato... Dal destino? Dalla mente universale? Chissenefrega, abbiamo passato tre ore a guardare una sequela di eventi che non hanno nessuna possibile verosimiglianza con la realtà in cui viviamo quotidianamente, e Roth/Fincher ci vogliono far credere che ci stanno dando una lezione di vita? Per favore. Allora preferisco Cenerentola. O Wall-e.
Insomma, ora che Daisy e Benjamin sono morti, possiamo finalmente riflettere a mente fredda su questo film.
La regia di Fincher è buona, ottima direi. Trasparente e pienamente asservita all'insopportabile retorica del film. Il casting è eccezionale. Tutti da Cate Blanchett a Brad Pitt recitano al massimo delle loro potenzialità.
Bastano questi elementi a giustificare 166 minuti di film e una lista impressionante di premi e nomination? Decidete voi. La mia opinione penso che l'abbiate intuita.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
Isiltarion
Isiltarion
  • indirizzo IP 84.221.69.52
  • data e ora Domenica 22 Febbraio 2009 [20:56]
  • commento Io ringrazio solo il cielo che i biglietti fossero gratis... per il resto non mi sono ancora ripresa: veramente un film noioso, pretestuoso e tremendamente scontato. Che tristezza :(
 
 
 
 
 
Luigi Faragalli
Luigi Faragalli
  • indirizzo IP 151.65.230.189
  • data e ora Domenica 22 Febbraio 2009 [21:34]
  • commento Aspetterò con trepidazione l'assegnazione delle statuette. :)
 
 
 
 
 
Stefano Tirelli
Stefano Tirelli
  • indirizzo IP 129.132.3.63
  • data e ora Lunedì 23 Febbraio 2009 [14:52]
  • commento Scenografia, Trucco, Effetti speciali. Anche all'Academy hanno capito che l'unica cosa veramente valida e' la cosmesi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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