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del 25 03 2007

 
 
 
 
 
 
 
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Shooter - dal 20 aprile nelle sale

Riceviamo e pubblichiamo:

SHOOTER

La Sinossi

Antoine Fuqua, il regista di "Training Day", è alla regia di questo nuovo thriller sul filo del rasoio. L'interprete principale è Mark Wahlberg, l'attore nominato all'Oscar® e al Golden Globe per "The Departed", che in questo film veste i panni di un abile tiratore scelto, erroneamente accusato di voler assassinare il Presidente degli Stati Uniti. Incastrato da una serie di eventi vorticosi che giocano a suo sfavore, quest'uomo inizia una disperata corsa contro il tempo per riuscire a dimostrare la sua innocenza, cercando di sfuggire a una misteriosa e oscura organizzazione che gli sta dando la caccia allo scopo di distruggere i segreti da lui scoperti.        

Mark Wahlberg è Bob Lee Swagger, un uomo amareggiato, che ha lasciato per sempre il suo lavoro nei Marines, dopo aver subito un terribile tradimento.  Bob, che si è ritirato a vivere in una remota località di montagna, viene avvicinato dal Colonnello Isaac Johnson (Danny Glover), ormai in pensione, il quale gli comunica che il paese ha un disperato bisogno di lui. Johnson gli rivela infatti che qualcuno sta organizzando un attentato contro il Presidente degli Stati Uniti e che solo la sua abilità ed esperienza nel campo della balistica, potrebbero riuscire a sventarlo. 

Swagger, con riluttanza, accetta, per un'ultima volta, di servire il suo paese, ma ciò che non sa è che l'intera missione è una montatura, frutto di  una congiura governativa. Quando Swagger si rende conto di essere stato raggirato, è ormai troppo tardi. Improvvisamente i giornali parlano di lui come il potenziale assassino del Presidente. Aiutato da una donna misteriosa che conosce appena (Kate Mara) e da un neo agente FBI che per lui mette a rischio la sua carriera (Michael Peña), Swagger si impegna in una lotta disperata in cui deve cercare di anticipare le mosse di chi sta cercando di ucciderlo, prima che  i sicari riescano a colpirlo. Tuttavia l'uomo presto si rende conto che in gioco non c'è solo la sua sopravvivenza: l'intera vicenda farà luce su una incredibile cospirazione organizzata dalle più alte sfere del potere politico americano.

La Paramount Pictures presenta "SHOOTER", una produzione Bonaventura Pictures. Il film è diretto da Antoine Fuqua ed è interpretato da Mark Wahlberg, Michael Peña, Danny Glover, Kate Mara, Elias Koteas, Rhona Mitra, Rade  Sherbedgia e Ned Beatty; la sceneggiatura è stata scritta da Jonathan Lemkin ed è basata sul romanzo Point of Impact di Stephen Hunter.  I produttori del film sono Lorenzo di Bonaventura e Ric Kidney.  I produttori esecutivi sono Erik Howsam e Mark Johnson. 

L'intricata e coinvolgente azione del film è sostenuta da una impeccabile squadra tecnica che comprende il direttore della fotografia Peter Menzies, Jr. ("Lara Croft: Tomb Raider", "Duri a morire"), lo scenografo Dennis Washington ("Il Fuggitivo", "L'onore dei Prizzi"), il montatore Conrad Buff ("Get Rich or Die Trying", "Training Day"), la costumista Ha Nguyen ("Arma Letale 4") e il compositore, vincitore di un Grammy, Mark Mancina ("Training Day").

Intervista a Antoine Fuqua

Il regista che ci ha regalato l'incredibile Training Day ritorna con il nuovo thriller d'azione "Shooter", con Mark Wahlberg come protagonista. Antoine Fuqua parla delle difficoltà nel girare le riprese su un ghiacciaio e di come preferisce preparare i suoi attori per i loro ruoli.


Sei soddisfatto del risultato del film? So che hai avuto qualche difficoltà nel visionarlo scena per scena assieme ai responsabili dello studio.

 Fuqua: Si, sono soddisfatto del film, senza dubbio. Come regista puoi sempre trovare qualcosa però. Ho appena terminato questo film giovedì notte e sto ancora dando un'occhiata alle cose che voglio cambiare e fare, ma sono soddisfatto  del processo di revisione che ho fatto assieme alla Paramount e con Mark (Wahlberg) e Lorenzo (Bonaventura).

E' sorpendente vedere come nel film,  che si presenta come un film d'azione, il finale sia politico: non è una cosa comune per questo genere di film. È stata difficile per te realizzare questo cambio di registro o ha sempre fatto parte del progetto iniziale?

 Fuqua: E' la ragione per la quale volevo girare il film indipendentemente dalla possibilità di lavorare con Mark. A mio avviso, quando giri un film d'azione, sembra che ci sia la possibilità che sia solo questo e di solito non hai la possibilità di fare delle affermazioni su qualcosa. Quando ho letto la sceneggiatura  questo finale non era previsto, ma sapevo che potevamo "andare oltre" , suggerendo e dicendo certe cose sul nostro clima politico, anche se in un film d'azione. Non era un film che era incline a moralizzare perché non parla esattamente di questo. È un thriller d'azione, ma sapevo che avevo l'opportunità di dire qualcosa.

Beh, lo rende un film molto attuale.

Fuqua: Si, ed è il motivo per cui volevo farlo. Immediatamente, dal primo momento che ho iniziato a leggere la sceneggiatura e abbiamo iniziato a parlare di lasciare morire questi giovani uomini là fuori . Inoltre ero molto interessato al mondo dei condotti petroliferi, perché sono affascinato da compagnie petrolifere come Halliburton e Black Water. Sono curioso su ciò che fanno esattamente e come hanno un impatto nel mondo. Nel film ovviamente devi focalizzarti su un personaggio, ma per me inizia con gli abitanti di un villaggio in Africa che sta bruciando e viene distrutto. Questo è quello che mi ha catturato. Che mi ha fatto venir voglia di raccontare la storia e vedere se in qualche modo potevo politicizzarlo un pochino e trasmetterne il messaggio.

Credi che lo spettatore elevi il film, perchè poteva essere un semplice film d'azione, un pò vuoto, oppure ritieni che lo spettatore si aspetterà in futuro questo tipo di film d'azione? "Blood Diamonds" aveva una situazione simile, un film d'azione, ma molto politico e con un messaggio. Credi che il livello del gioco si sia innalzato?

 Fuqua: Non so se l'ho fatto o meno. Non ci pensavo in questi termini. Stavo solamente cercando di fare la mia parte come regista e siccome i telegiornali non sempre riportano queste cose, fare  film è diventato una vetrina per alcuni eventi che stanno succedendo nel mondo adesso. Abbiamo l'opportunità di dire qualcosa, come facevano negli anni '70. Negli anni '70 giravano film sul Vietnam e sul razzismo e cose simili, e credo che adesso che siamo di nuovo in guerra, la nazione sia ancora divisa. Vi è in realtà al momento più della maggioranza della popolazione che adesso non approva il nostro governo , guardando con sospetto ciò che avviene e l'operato di Enron, e che il nostro vice presidente sia nella proprietà di Halliburton e di altre compagnie,  e cosa queste facciano veramente. Credo che al momento ci sia la possibilità per qualsiasi regista di fare un film che può essere di intrattenimento e dire allo stesso tempo qualcosa. E' una nostra responsabilità  cogliere l'opportunità al volo, soprattutto se il messaggio da trasmettere è qualcosa che ci interessa. Credo sia un peccato se non lo facessimo.


Mi hai fatto rivenire in mente i film degli anni '70, come "Vista Parallela". Sei un fan di questo tipo di film?

Fuqua: Certamente. "I Tre Giorni Del Condor" non finiva bene. Era il concetto che non c'è niente che tu possa fare e se vai dalla stampa cosa ti fa pensare che lo pubblicheranno? Non sai chi fa cosa nel mondo di oggi e credo che i registi degli anni '70 lo facevano. Oliver Stone e quei ragazzi, Francis Ford Coppola, c'è sempre la possibilità per noi come registi, ogni qual volta che c'è un conflitto nel mondo, di avere più carne al fuoco, più materiale su cui lavorare. Sembra che negli ultimi anni prima che siamo entrati in guerra nessuno diceva molto su niente. Era molto più drammi di polizia e poliziotti in strada dove picchiavano le persone e rivolte in strada e cose del genere, ma adesso sembra il mondo si sia unito e che più informazioni riceviamo da computer e tecnologia più le persone sono consapevoli del proprio mondo. Voglio dire, il tipo che viene torturato, Michael Pena con il sacco di patate, si è messo intenzionalmente il sacco in testa. Ovviamente, subito pensi a Abu Ghraib e posti del genere. La gente è al corrente e io credo che gli studios, specialmente la Paramount, lo sanno. La gente è in gamba. Certe volte è facile fare un film popcorn e in quei casi devi farlo, ma altre volte se c'e un'opportunità di fare qualcosa di diverso, perchè non farlo.

 
Sono per caso alcune delle discussioni che hai avuto con Mark, che sembra essere ad un bivio con la sua carriera?  Vi era il desiderio da parte sua di fare più di un film popcorn?

Fuqua: Credo di si. Mark è un ragazzo in gamba. Credo che capiti molto alle persone in generale, quando hanno dei figli, che al di fuori della tua carriera c'è qualcosa di quella responsabilità che inizi a sentire per il tuo mondo, e la consapevolezza del mondo intorno a te e se hai l'opportunità di fare il tuo lavoro e fare luce su esso o di iniziare una sorta di discussione su di esso allora la gente sarà più incline nel fare altrettanto. Non sto parlando per Mark, ma credo che sia quello che lui possa aver pensato quando ha letto la sceneggiatura e quando abbiamo discusso su alcuni punti politici della sceneggiatura.

Qual è stata la sequenza più dura da girare in questo film?

Fuqua: guardando indietro probabilmente è stato il ghiacciaio. È stata dura perché non c'è niente là, solo ghiaccio, e tutto doveva essere trasportato lì via elicottero e avevamo una piccola finestra per girare perché non c'è copertura. Devi essere estremamente preciso. Non puoi camminare sulla neve perchè dovrebbe essere incontaminato, puro. Non puoi farlo due volte. Non ci sono bagni. Non ci sono lenti extra. Quindi dovevi avere la lente esatta che volevi sul set e pronta perchè altrimenti ci vogliono almeno 45 minuti per volare indietro con l'elicottero al campo base e tornare al ghiacciaio per portarti una lente, e a metà giornata la temperatura può arrivare anche fino a quasi 85 gradi. Quindi sei accaldato per almeno un'ora poi precipita a -5. Il tuo corpo passa attraverso molti cambiamenti e l'equipaggiamento si comporta in un certo modo e gli attori si stancano e l'ossigeno scarseggia. È stata molto dura e ho avuto solo una settimana per girare quella scena.

Hai avuto molto tempo di preparazione per qualcosa del genere

Fuqua: Ho avuto molto tempo di preparazione, ma non ti puoi preparare per qualcosa del genere. L'ultimo giorno siamo stati evacuati a causa di una tempesta così non ho avuto una giornata intera il mio ultimo giorno. Una nuvola nera è arrivata sopra di noi e ci hanno portato via immediatamente. Ci hanno buttato sull'elicottero. Vedevi letteralmente letteralmente persone correre, prendere l'equipaggiamento e andarsene via. Non c'è conversazione. Come regista non puoi uscirtene con "Ho ancora un'altra scena. Posso girarne un'altra?". Ci hanno letteralmente preso e buttato nell'elicottero,  perchè se rimani bloccato lassù probabilmente muori. Non c'è niente che tu possa fare. Non puoi portare dei generatori lassù.


Dove eravate?


Fuqua: Nella Columbia Britannica, poco dopo Whistler. Abbiamo preso un elicottero fino al Rainbow Glacier, credo sia il nome. Questo ghiacciaio in particolare è probabilmente uno dei più alti ghiacciai laggiù, che ovviamente ho scovato io e di cui mi sono innamorato. Era una di quelle cose dove ti alzi e dici "Wow, dobbiamo farlo qui". Ma ti prendi il rischio perchè non sai come sarà il clima e lo studio ti dice "Ci sei solo tu, Antoine, se vuoi farlo. È una tua responsabilità. Se non ci riesci toglieremo un bel pò di altra roba dal film che tu puoi volere perchè non abbiamo il budget necessario per te." Ho giocato con la sorte e, ringraziando il cielo, siamo stati fortunati.

Puoi approfondire il discorso su Mark e perché lavora da protagonista in questo film?

Fuqua: Beh, è un bravo ragazzo. È veramente un bravo ragazzo e questo è importante. Mi sono trovato a pensare, durante i film precedenti, che è bello lavorare con persone che ti piacciono e che sono gran lavoratori e che si interessano al lavoro, inoltre lui è perfetto per il ruolo, perché è umile. È una persona che si lascia approcciare e credo che gli eroi oggi non sono più le grandi pistole con i muscoli sulla testa e tutto il resto. Credo che siano persone normali. Credo che siano il tipo vicino di casa, il tuo migliore amico o fidanzato o altro. Credo che vi siano giovani in Iraq che lo sono. Ci sono dei ragazzi nell'USS Truman con cui ho passato del tempo che hanno 19, 20, 22 anni  che conosci, ci sei andato a scuola assieme. Loro sono eroi reali, se penso ad oggi, e Mark li rappresenta perfettamente. Penso che sia perfetto per il film.  

Mark (Wahlberg) ha detto che forse farà un film all'anno o uno ogni qualche anno. Credi che possa "fare di più" essendo un gran lavoratore?

Fuqua: Non so cosa gli passi per la testa, ma mentre giravamo sembrava andarne pazzo. Ci siamo divertiti molto e sembra amare ciò che fa.  Credo che riconosca quanto è fortunato ad essere nella posizione in cui si trova e non credo che possa buttare via tutto solo per sparire per un anno. Credo che voglia solo stare con i suoi figli. Credo che sia una buona parte della questione. È difficile per tutti essere via per tanto tempo, ma per Mark… Non ce lo vedo a buttare via opportunità così facilmente. Devo parlare tenendo conto di chi è lui e da dove viene, è in questo  business da tanto tempo e così hanno fatto i suoi fratelli.  Lui li ha visti raggiungere la vetta e poi all'improvviso dileguarsi, sparire. Mark è stato un rapper per un pò e poi all'improvviso non è sparito. Per questo credo che sia abbastanza in gamba da sapere cosa succede se sparisce per un anno, alla sua età e al punto in cui è adesso. Voglio dire, è appena stato nominato per un Academy Award con Martin Scorsese e credo che dovrebbe cogliere tutti i vantaggi delle opportunità che arrivano verso di lui. Se le merita.


Puoi parlarci del tuo processo di collaborazione con un attore e come si riflette in questo film?

Fuqua: scrivo un libro grosso così su come si studia un personaggio. È solo per me. Mi siedo con gli attori e parliamo di ciò che voglio dire e parliamo di ogni scena, su dove si trovano in ogni scena e poi li ascolto e prendo appunti  su ciò che dicono per essere sicuro che siamo sullo stesso binario. In questo modo quando arrivo sul set posso dare una o due indicazioni invece che fare una lunga conversazione. Per esempio, Mark all'inizio del film è un adolescente. È ancora un bambino perché ha un comportamento da bambino. Non puoi prendere ed andartene via mentre stai parlando con qualcuno perchè sei arrabbiato. Né puoi  ritirarti a vivere sulle montagne affermando che "Non parlerò mai più con nessuno". Questo è comportarsi come un bambino. Per lui pareggiare i conti sul ghiacciaio non è solo una mossa avveduta. È un discorso molto più maturo perché non è su di lui. È sulle persone che potrebbero farsi male e che sono coinvolte. Quindi il suo personaggio ha affrontato varie difficoltà ed è facile chiedersi qualche volta cosa gli permettesse quando era ferito di andare avanti e farcela. Certe volte è la rabbia. Ti insegnano anche questo durante il servizio militare. Questo potrebbe essere il motivo per cui urlano e li picchiano così tanto, perché se se vieni colpito è la rabbia che ti porta avanti. Fa andare avanti il tuo corpo e il tuo cuore. Quindi ci sono cose come queste che faccio con gli attori per discutere di tutte quelle cose che li aiutano a capire meglio e più velocemente cosa cerco.


Ci sono molte scene tagliate che saranno presenti nel DVD?


Fuqua: Non molto, ma qualcosa. Ci sono molte conversazioni politiche che avevamo nelle scene, che dopo un po' sembrava che il film stesse diventando più una nostra opinione sulla politica. Toglie un po' il divertimento dal film.


Farai un documentario?


Fuqua: Si, lo faro. Ci saranno anche altre scene che abbiamo tagliato per problemi di tempistica.


Sai già a cosa lavorerai in un futuro prossimo o stai già lavorando a qualcosa?

Fuqua: Non so cosa farò a breve. Ho un progetto che forse farò a Luglio, per il quale ho appena ricevuto i fondi, chiamato "Without A Badge" (Senza Distintivo/Spilla). Parla di Jerry, che faceva parte del Cali Cartel in Colombia e che è andato talmente a fondo la cosa che lo hanno dovuto internare in un ospizio perché iniziò a credere di essere un contrabbandiere. Adesso è uno sceriffo in Paseo Country. La vicenda avviene nel tardo '80, ma c'è anche qualcosa di cui abbiamo parlato alla Paramount. A questo punto voglio ricevere un'ottima sceneggiatura e qualcosa che posso controllare un po' di più.

Intervista a Marc Wahlberg

Ecco un esclusiva intervista rilasciata da March Wahlberg, protagonista di Shooter in occasione della Premiere inglese a Londra del film.


D: Puoi parlarci brevemente del tuo personaggio, Bob Lee Swagger?

R: Si, è probabilmente uno degli "eroi" più duri, modesti e tosti che avete visto negli ultimi tempi.

D: Hai lavorato con registi di alto calibro, ma secondo te cosa rende diverso dagli altri Antoine Fuqua?

R: Basta vedere il film per capirlo. E' una macchina, non smette mai di lavorare e riesce a spingerti fino ai tuoi limiti. E' perfetto in questo genere di film. Non so però se farei con lui una commedia romantica… (RIDE). No scherzo, farei qualunque tipo di film con lui, siamo diventati grandi amici.

D: Cosa ne pensi invece del tuo co-protagonista, Michael Peña,  e del suo personaggio?

R: Adoro il personaggio che interpreta. E' il tipo di personaggio per cui avrei partecipato ad un casting, sperando di essere scelto, 5 anni fa. Lui si trova catapultato in questa situazione dove deve interagire con me. Viene "usato" fin dall'inizio del film. E ha anche delle battute fantastiche. E Michael poi è un attore davvero fantastico. Siamo stati fortunati ad averlo nel film.

D: E' vero che hai dovuto frequentare una scuola di addestramento per "cecchini", per poter interpretare il tuo personaggio? Che cosa hai imparato?

R: Ho imparato come ucciderti da grandi distanze! (RIDE) Ma non preoccuparti, non userò quello che ho imparato nella mia vita reale. No, al di là degli scherzi ho imparato molto: anche a come tenere le persone in vita. E' un addestramento veramente duro quello a cui si sottopongono.

D: Tra gli aspetti principali del film troviamo il tema della fiducia e della determinazione. Ti ritrovi nelle caratteristiche di Swagger?

R: Oh si, certamente. Le persone di cui mi circondo sono persone verso cui sono leale e di cui mi fido. La fiducia, la lealtà e l'onore sono infatti per me dei valori molto importanti.

D: Nel film c'è  sia una dose di patriottismo ma anche di cospirazione  di corruzione.  E' stato difficile farle combaciare insieme?

R: Si, ma è quello che volevamo. Intendevamo infatti realizzare un film che avesse qualcosa da dire, che andasse a toccare alcuni tasti.

D: Ci chiedevamo come fosse finita tra il tuo personaggio e quello interpretato da Kate Mara? Puoi spiegarcelo meglio?

R: Si, sono in qualche posto sperduto della Costa Rica a fare figli insieme, dei piccoli Swagger… (RIDE)

D: Finora hai certamente dimostrato di essere più che all'altezza in ruoli di film d'azione. Ti piacerebbe cimentarti in qualche altro genere?

R: Sicuramente si. Mi piacerebbe provarli tutti, dalla commedia alle storie d'amore.

D: In questo film ci sono alcune scene ad altissimo concentrato d'azione. Quale pensi sia stato il tuo apporto personale date le tue precedenti esperienze per arrivare a questo risultato?

R:  Mi sono ritrovato nella vita reale in molte situazione "difficili", alcune delle quali abbastanza pericolose. Penso di metterci sempre un po' di me stesso in tutti i personaggi che interpreto.

D: Qual è stata la sfida più difficile mentre giravi questo film?

R: Stare al passo con Antoine (il regista, ndr). Era letteralmente instancabile durante le riprese. E poi ho trovato difficile stare lontano dalla mia famiglia, visto che giravamo in location veramente sperdute.

D: Qual è stata invece la tua scena preferita del film?

R: Quella in cui andiamo a trovare l'esperto di armi nel Tennensee: era un tale personaggio, veramente originale!

 
 
 
 
 
 
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