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Rubrica del 06 12 2006

 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Filmare la morte

di Nicola Bassano

Un libro per appassionati scritto da appassionati. Dal lavoro a quattro mani di As Chianese e Gordiano Lupi, intitolato "Filmare la morte" (Edizioni Il Foglio) traspare una sincera devozione per il grande maestro del cinema di genere Lucio Fulci, analizzato qui nella sua veste forse più interessante: quella di regista del brivido. La carriera di Fulci, scomparso nel marzo del 1996, viene ricostruita con grande dovizia di particolari,  prendendo in esame  le pellicole horror e quelle thriller, aggiungendo alla fine una breve appendice sui lavori vicini al genere Fantasy - Conquest del 1983  e alla Fantascienza - I Guerrieri dell'anno 2072 del 1983 - senza dimenticare le prove tutt'altro che trascurabili di stampo comico-erotico perfettamente rappresentate da La pretora film interpretato nel 1976 da una splendida Edwige Fenech. Chianese e Lupi si definiscono non cinefili ma cinefagi e per questo lontani anni luce da tutta quella critica miope e spocchiosa che molto spesso ha bocciato le opere di Fulci senza nemmeno guardarle. Pagina dopo pagina assistiamo alla descrizione di un regista versatile, capace di spaziare dal comico - genere con cui esordisce nel 1959 dirigendo la pellicola I ladri - ai "musicarelli", dagli "spaghetti western", al "thriller" e all'horror, terreno ideale dove esprimere tutto il suo talento visionario. Tralasciando il lato comico del regista, che con la coppia Franco Franchi e Ciccio Ingrassia raggiungerà ottimi livelli, Lupi e Chianese concentrano la propria attenzione sull'anima più oscura del cinema di Fulci. Si parte con Una sull'altra del 1969, prima incursione del regista nel cinema thriller, arricchito da sfumature psicologiche molto inquietanti che evidenziano un gusto raffinato per le atmosfere oniriche e morbose. Gli anni '70 ci regalano autentici e indimenticabili capolavori; in particolare il biennio 1971-72 vede il regista romano impegnato nella realizzazione di due thriller di grande spessore come Una Lucertola con la pelle di donna e soprattutto Non si sevizia un paperino, opera che ci consegna un Fulci veramente ispirato. Un film dagli accenti macabri, ambientato in un Sud allucinato, immerso nella superstizione e nella violenza. Con Sette Note in Nero del 1977 inizia la collaborazione con lo sceneggiatore Dardano Sacchetti, gia collaboratore di Dario Argento e Mario Bava. Il 1979 è l'anno di Zombie 2, vero e proprio cult movie, amatissimo dal regista che lo definiva un horror "artaudiano", sicuramente ispirato dall'opera di Romero, ma totalmente autonomo e originale nel tentativo di sottolinearne la derivazione soprannaturale vicina alle leggende vudù. Poi è la volta di Paura nella città dei morti viventi (1980), horror visionario e metafisico che conferma il talento e soprattutto la grande tecnica di Fulci. Gli anni '80 non sembrano pesare sul regista che dopo l'interessante Black Cat, horror gotico che risente delle vecchie atmosfere "cormaniane" stile Hammer, stupisce il pubblico con L'aldilà… e tu vivrai nel terrore del 1981, tratto da un soggetto di Dardano Sacchetti. Considerato dagli autori "un grande film horror, forse il migliore di Lucio Fulci" (pag. 123), si distingue per l'efferatezza del materiale trattato e per una regia che indugia volutamente sui particolari crudeli per disturbare e scuotere lo spettatore. È ancora un'opera visionaria, che contribuisce ad arricchire le riflessioni del regista sul concetto di male assoluto. Nello stesso anno il maestro romano gira Quella Villa Accanto al Cimitero, scritto insieme a Dardano Sacchetti e Giorgio Mariuzzo. È un film in perfetto stile gotico, quasi un omaggio agli amati Mario Bava e Riccardo Freda, che tiene conto di tutti quegli elementi cari al regista: costruzione attenta dell'universo psicologico dei personaggi, sconfinamenti improvvisi nello splatter, atmosfere cupe e malsane, vampirismo. La carriera di Fulci prosegue alternando pellicole riuscite - Lo squartatore di New York del 1982 -  ad altre decisamente inferiori ma che contengono comunque qualche spunto interessante - Manhattan Baby sempre del 1982, Murderock del 1984, Quando Alice Ruppe lo specchio del 1989. Assolutamente negativo è il giudizio degli autori su Zombie 3 del 1988, definito "un film di incredibile bruttezza" (pag. 159). Le schede monografiche sono costruite con grande attenzione per i particolari e per le piccole curiosità e risultano indispensabili per una corretta lettura del percorso creativo del regista. Da segnalare il bellissimo capitolo sul Fulci scrittore, con un'analisi dettagliata dei racconti contenuti nelle antologie "Le Lune Nere" edita dalla casa editrice di Bologna Granata Press del 1992  e "Miei Mostri Adorati" uscita per la Pendragon nel 1995.

 
 
 
 
 
 
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