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Logorrea Canaglia

Rubrica del 05 05 2007

 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Buona Liberazione

di Alice Trippolini

Questo è il resoconto di una breve intervista telefonica, non esaustiva, al grande genio Daniele Luttazzi. Genio non per tutti, ovvio, ma almeno per la sottoscritta. Non esaustiva perché l'argomento dell'intervista doveva essere soltanto lo spettacolo che Luttazzi sta portando in tour, cioè la versione 2007 del suo Barracuda. Una spiegazione surreale del perché non è ancora tornato in televisione e del perché, probabilmente, non ci tornerà per un bel po'. Per chi non avesse visto lo spettacolo, alcune delle battute al veleno sono "In questi giorni a Roma sembra estate. Fa Caldissimo. Fa talmente caldo che i Ds si sono sciolti" oppure "Guardare la merda appena fatta nella carta igienica è meglio che leggere Baricco". E ancora "Per entrare nel magico mondo dello spettacolo basta aver avuto un'infanzia difficile. Io ho avuto un'infanzia difficilissima. Sono stato stuprato due volte nella prigione del monopoli" e "Papa Ratzinger ha un crocifisso grandissimo. Sopra c'è una persona vera. Il fantino Aceto. Dovremmo dirgli cosa succede quando esci dall'Isola dei Famosi". Citiamo non per rubare le battute, ma per denunciarne la provenienza. Per tutti quelli che ancora non hanno visto lo spettacolo o non lo vedranno per motivi logistici. Così, se qualcuno dovesse sentire la battuta in giro, sa che il primo a dirla è stato Daniele Luttazzi e non il presentatore o personaggio tv che la sta usando senza 'pagare i diritti', come spesso succede. Raggiungo Luttazzi al telefono la mattina del 25 aprile, Festa della Liberazione. Mi scuso, ammettendo che per problemi di tempo ho dovuto chiamare in un giorno di festa. Luttazzi comincia a ridere. "Per te non è mai festa, quindi neanche per gli altri. Va bene". Tra l'altro, sono anche imbarazzata. Dovrei dargli del Lei, ma alla prima domanda uso subito il Tu. Mi scuso di nuovo, Luttazzi ride di gusto e mi dice "Ok, va benissimo, se ti è scappato usa il Tu".

Perché hai scelto di riprendere il titolo del tuo programma del '98 Barracuda?

In realtà ho ripreso il titolo di un monologo del '99, che si chiamava appunto Barracuda, in cui spiegavo il perché non ero più in televisione. Una cosa che mi capita spesso, purtroppo. Il monologo risponde a chi ancora mi chiede come mai non sono in televisione, anche adesso che è cambiato il governo. Mi sembrava carino riproporlo. Il monologo è diviso in due parti. La prima è surreale, in cui io rispondo a questa domanda dando motivazioni assurde: surreali, appunto. Nella seconda parte rispondo alla stessa domanda in maniera satirica. Spiego la situazione politica attuale in Italia, dico le mie opinioni e analizzo i temi di attualità. Due poli, uno surreale e uno satirico.

Nel tuo spettacolo parli anche di una figura: il presentatore paraculo

Negli ultimi anni i programmi tv culturali hanno tutti una conduzione standard. I presentatori, prima di iniziare il programma, devono rilasciare una sorta di intervista obbligata. Lo so perché me ne sono accorto. In sostanza devono dire che al pubblico non interessano le loro opinioni, che sono equidistanti, che non sono né di destra né di sinistra. Si tratta di un atteggiamento paraculo, che diventa un qualunquismo esasperato. Nello spettacolo, io addito questo qualunquismo facendo nomi e cognomi, citando esempi che li riguardano e li sberleffo pubblicamente. Alcuni nomi che faccio sono: Paolo Bonolis, Simona Ventura, Fabio Fazio, Fabio Volo, Le Iene, Giovanni Floris, Daria Bignardi e la lista potrebbe continuare.

Ti capita mai di improvvisare a seconda della reazione del pubblico?

Tutto quello che si vede è puro mestiere. (ride). Io sono semplicemente bravo. (ride). La modestia lasciamola alle sartine, puoi scriverlo se vuoi, io non ho problemi.

Spesso è successo che ti siano state rubate delle battute e quando succede i tuoi fan ti avvertono. Da questo spettacolo ti è già stato rubato qualcosa?

Il problema della battute non riguarda i presentatori o i personaggi che le usano. Il problema è degli autori tv che scrivono i testi e che prendono la battute da internet e non verificano di chi sono. Questa cosa mi dà molto fastidio perché quelle battute le hanno bruciate. Io non posso più usarle. Se tornassi in tv a dirle farei la figura di quello che ruba le battute. Chi ascolta potrebbe dire, 'No, un momento, quella battuta io l'ho già sentita'. Certo, dovrei fargli causa, ma come si fa a fare causa per un battuta? Non si può, è assurdo. Anche se per me le battute sono un po' come delle poesie. Comunque, è un problema irrilevante e non mi sono ancora arrivate segnalazioni di questo spettacolo.

 Il tuo è uno spettacolo work in progress?

Ovviamente, soprattutto la seconda parte, che tratta l'attualità. A ottobre, quando c'era la finanziaria, parlavo mezz'ora solo di quella, dicendo anche perché mi piaceva. Ora le dedico al massimo due minuti e poi passo ad altro. L'ultima cosa che ho fatto è sul partito Democratico e mi dispiace molto non poterne parlare in tv. Se il governo sapesse di essere colto in fallo non farebbe certe cose, non si permetterebbe di mentire o cambiare idea così facilmente.

Ci sono avvertenze per gli spettatori?

In che senso? L'unica avvertenza riguarda il tipo di comicità che faccio. Purtroppo, il pubblico è abituato alla comicità televisiva edulcorata e pastorizzata. Alcuni si alzano e se ne vanno durante lo spettacolo. Non sono più abituati alla satira vera e io avverto, specie quando vado nei teatri dove ci sono gli abbonati che non sanno chi si troveranno di fronte. Io avverto sul tipo di spettacolo che andranno a vedere. Non sono uno che le manda a dire. Per fortuna la maggior parte degli spettatori sono giovani e si sganasciano per due ore di fila.

Hai avuto difficoltà a trovare spazi teatrali?

Più che altro è difficile arrivarci, nei teatri. Soprattutto al Nord, in Lombardia e Veneto ho avuto dei problemi. Lì la gestione della cultura è molto politicizzata. In Lombardia non giro, l'ultimo spettacolo che ho fatto è stato ad Assago, al teatro della Luna. Mi sembrava fossero 1800 posti, tutto esaurito, ma ho potuto farlo perché una serie di comuni minori si sono messi d'accordo per organizzare lo spettacolo. Una volta riempivo lo Smerlado, anche per due settimane di seguito facevo il tutto esaurito. Ora non ci posso andare perché hanno eletto Marcello dell'Utri, da cui mi tengo alla larga.

Cos'è il Dàlemma?

In Italia c'è un blocco mediatico da anni. La sinistra è divisa in due. Da un parte c'è la sinistra riformista, i cosiddetti blairiani, che sono i bravi. Dall'altra parte c'è la sinistra radicale, pacifista, che sarebbero i cattivi. Che è poi la vera sinistra, secondo me, mentre viene trattata come terrorista. Rossi e Turigliatto, per quanto riguarda il voto sulla missione in Afghanistan, hanno tutta la mia simpatia, perchè hanno votato secondo coscienza. La storia della missione di pace sono tutte balle: queste sono missioni di guerra. Il dilemma di D'Alema è semplice: cedere alla sinistra pacifista o andare d'accordo con Condoleeza Rice? Si è visto come è andata a finire.

Nel salutare, ringrazio ancora Luttazzi per la sua disponibilità. Ridendo mi risponde "Non c'è problema. Buona Liberazione".

 
 
 
 
 
 
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